Un camionista per amico?
mercoledì 12 dicembre 2007 | di Patrizio Suppa
Guardiamo in faccia la realtà: due giorni di sciopero dei camionisti
hanno messo in ginocchio il Paese. Aldilà delle motivazioni delle
proteste, su cui non voglio entrare, mi faccio una domanda: com'è
possibile che un giorno di sciopero del trasporto costringa a chiudere
le fabbriche? nessuno tiene più i magazzini? no, con la filosofia
giapponese del "just in time", i pezzi arrivano quando servono, il che
significa risparmiare soldi ma scaricare sulla collettività il maggior
volume di trasporti necessari per chi non vuole fare scorte.
Questi due giorni servono a mostrarci quanto siamo dipendenti dal
trasporto su gomma e di come i grandi e bei propositi di sempre
(rilancio del trasporto merci sui treni, autostrade del mare,
navigazione fluviale e così via) siano solo fumo negli occhi di fronte
alle terze corsie, varianti di valico, tunnel, svincoli e tutto il
resto.
Se questo sciopero continuerà ancora un paio di giorni, domani mattina
probabilmente troveremo meno auto in giro e più ciclisti: la benzina è
finita in molte stazioni di servizio e le auto rischiano di dover
restare in garage. Più efficace della domenica ecologica.
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