di Massimo Boscherini
La grande sfida che il trasporto pubblico locale a Firenze deve
affrontare è la crescita della propria utenza, che va
sottratta alla mobilità privata (soprattutto quella
inquinante di auto, moto e motorini). Tale obiettivo è
raggiungibile percorrendo soprattutto due strade: migliorando
l'efficienza del servizio (e in tale direzione va il progetto
tramvia) e rendendo l'uso del mezzo pubblico più attraente
da un punto di vista economico.
Anche se un abbonamento ATAF mensile costa meno di un pieno di
benzina (per non parlare del bollo, dell'assicurazione, ecc.),
molte persone ritengono il prezzo del biglietto (€ 1,20 per
un'ora) eccessivo. Inoltre, la scarsa convenienza degli
abbonamenti rispetto ai biglietti singoli e la sporadicità
dei controlli, hanno l'effetto di non "fidelizzare" gli
utenti.
Per inaugurare la sezione Best Practices del sito notraffico.org, vorrei
condividere la mia esperienza di dottorando in Germania dove, per
quattro anni, ho potuto sperimentare i benefici effetti di una
politica che potrei sintetizzare nella frase del titolo:
pagare tutti per pagare meno.
Innanzitutto va definito il contesto. La città di Siegen
si trova nel ricco e fortemente industrializzato Land
della Renania Occidentale / Westfalia, e la sua principale
attività è l'industria siderurgica (motivo per cui
Siegen venne quasi rasa al suolo dai bombardamento alleati).
Durante la crisi delle acciaierie, negli anni '70, la
città decise di rilanciarsi come sede accademica, inaugurando una nuova università. Grazie ad
un'aggressiva campagna di reclutamento di nomi prestigiosi tra il
corpo docente, e l'attenzione rivolta ad attrarre studenti
provenienti dall'estero, la popolazione studentesca ha raggiunto
quota 12500 (semestre invernale 2005 - 2006), in una città
che supera di poco i 100000 abitanti.
All'atto dell'iscrizione all'Università di Siegen si viene
forniti di un tesserino personale da rinnovare semestralmente (lo
si può fare anche con l'accredito bancario automatico). Il
cosiddetto Semesterticket costa attualmente € 69,20,
quindi € 138,40 l'anno: non c'è che dire, una bella
differenza rispetto alle tasse universitarie che a Firenze
partono da un minimo di € 448 per arrivare a un massimo di
€ 1998. Ma questo "biglietto semestrale", come dice il nome,
porta con sé un vantaggio aggiuntivo davvero allettante:
il diritto all'uso gratuito di tutti gli autobus urbani e
extraurbani, e dei treni regionali e interregionali
(StadtExpress, RegionalBahn, e
InterRegioExpress) entro un raggio di circa 30-40 km dalla
stazione centrale, ovvero coprendo quella che noi chiameremmo
l'area metropolitana (praticamente una provincia). Non solo:
è al vaglio la proposta di estendere, con soli € 35
in più a semestre, i vantaggi del Semesterticket a
tutto il Land (che comprende la città di Colonia,
l'ex-capitale Bonn e la megalopoli della Ruhr, ovvero un bacino d'utenza pari a circa 18 milioni di persone!).
Un equivalente del Semesterticket universitario, con gli
stessi vantaggi, esiste anche per gli studenti della scuola
dell'obbligo.
A queste misure pro-trasporto pubblico si aggiunge la presenza (assai comune in Germania) dell'autista-controllore.
I passeggeri salgono sul bus dalla
parte del conducente, esibendo la tessera studentesca,
l'abbonamento o il biglietto: in mancanza di quest'ultimo,
è l'autista stesso a emetterlo. I tempi di fermata causati
da questa operazione sono di poco superiori a quelli che si hanno
in Italia anche perché il tutto si svolge in maniera molto
ordinata (si entra solo da una parte, e si esce solo da un'altra)
e i passeggeri privi di biglietto preparano in anticipo la somma
esatta da pagare.
L'incentivazione ad adottare l'abbonamento si raggiunge infine
anche grazie all'enorme vantaggio economico rispetto al biglietto
di singola corsa, che a Siegen è su base chilometrica. Si spendono infatti € 1,45 per un viaggio di pochi metri,
€ 2,15 per attraversare la città, e € 3,25 per raggiungere il sobborgo più vicino.
I risultati sono evidenti: la quasi totalità della
popolazione studentesca di Siegen (ovvero più del 10%
degli abitanti della città) si muove esclusivamente con il
mezzo pubblico, e, nel fine-settimana, si sposta da e verso le
metropoli limitrofe con il treno. Non c'è che dire: la
Germania è proprio un altro paese!
In chiusura, lascio ai lettori del sito notraffico.org le
seguenti domande:
- perché l'Università di Firenze
non stipula con le aziende del trasporto pubblico locale una
convenzione simile a quella esistente tra i corrispettivi in
Germania?
- perché ATAF non introduce la figura
dell'autista-controllore?
Siti di riferimento: