No T.A.B. 20
venerdì 14 dicembre 2007 | di Patrizio Suppa
Tra le tante cose che accadono intorno alla tramvia, mi è anche
capitato di leggere il comunicato dell’Assessore all’Urbanistica, ormai
oltre un mese fa, che illustrava come le infrastrutture collegate al
piano strutturale (di cui la tramvia è l’elemento principale)
ridurranno inquinamento e vittime conseguenti. Bene. Si parla di valori
eccezionali: riduzione del traffico privato del 14,6%; nello scenario
migliore si parla di riduzioni per gli ossidi di carbonio del
43%, per gli ossidi di azoto del 37% e per le PM10 del 21%, con
conseguenti 129 morti in meno, oltre ad altri virtuosi risultati.
La cosa mi ha incuriosito, perché non ricordo di aver mai sentito l’Assessore all’Urbanistica parlare di tramvia, inquinamento e salute.
Tutto questo emerge da uno studio dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) chiamato “Hearts”, l’acronimo inglese del titolo dello studio.
Si tratta di uno studio effettuato su tre città diverse: Leicester
(Gran Bretagna), Lille (Francia) e Firenze. Lo studio è in inglese, per
cui faticosamente ho cercato, con il mio inglese semielementare, di
capirci qualcosa. Sono stati fatti degli studi utilizzando dei modelli
di calcolo.
Innanzitutto lo studio nasce considerando che, oltre alle tre linee della tramvia, siano presenti:
- parcheggi scambiatori ai capolinea tramviari;
- utilizzo delle ferrovie per gli spostamenti urbani;
- riorganizzazione della rete dei trasporti pubblici;
- una nuova strada di collegamento con l’area di Prato e Campi Bisenzio;
- una nuova strada di collegamento con il casello di Firenze Certosa;
- un incremento della capacità dell’autostrada con la costruzione delle terza corsia;
- una nuova strada di collegamento a nord della città (per gli amici: il tubone).
E’ curioso come un risultato così importante nella riduzione degli
inquinanti si ottenga anche grazie alla costruzione di numerose nuove
strade, tubone compreso. Non c’è scritto quanto sia la parte dei mezzi
pubblici nella riduzione di tutto questo, ma a occhio pare che la
riduzione avvenga perché buona parte delle auto vengono dirottate
altrove, quindi potrebbe trattarsi non di riduzione ma di differimento.
Inoltre, lo scenario risultante migliora il suo risultato anche grazie
alla trasformazione del parco auto circolante con mezzi con minori
emissioni.
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