A non rivederci
lunedì 27 dicembre 2010 | di Patrizio Suppa
Non voglio stare a fare tutta la storia, ma da tempi non sospetti ho definito almeno come “inutile” il famoso “tunnel nel tunnel”, che, stando a quanto è stato comunicato, sarà abbattuto perché poco decoroso e insicuro. E’ poco decoroso perché le lastre di plexiglass che lo rivestono non credono abbiano mai visto qualcuno a dargli una pulita, e provarci adesso credo sia una missione impossibile anche per Mastro Lindo. Probabilmente sono così per tutelare la privacy dei ciclisti e dei pedoni passanti da lì, e la dimostrazione che la riservatezza sia assicurata è stata data un po’ di tempo fa con la rapina subita nientemeno che da un senatore che passava in bici da lì. Non ho mai avuto risposta, poi, alla mia domanda sulla concentrazione di polveri sottili e veleni all’interno del tunnel: visto che ci sono studi che dimostrano come nell’abitacolo di un’auto ci siano più inquinanti che all’esterno, quanti ce ne sono concentrati nel tunnel ciclabile che ha una sezione molto ristretta e quindi un pessimo ricambio d’aria? e, al contrario, quanto è utile una struttura del genere lunga un’ottantina di metri? significa, se non ho sbagliato i conti, che il passaggio dura poco più di 19 secondi, andando ad una velocità di 15 km/h… Il tunnel nel tunnel, grazioso dono non richiesto, non ha migliorato la nostra vita di pedalatori. Considerando che dovrebbe essere abbattuto, mi sento nella condizione di passare da fesso due volte: per aver pagato la sua costruzione e poi la sua demolizione. Se sarà buttato giù davvero, e io non verserò una lacrima, mandate il conto a chi l’ha voluto, altrimenti lasciatelo lì, come monumento in memoria di cosa non va fatto per invogliare i cittadini ad andare in bicicletta.
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