Accordi e disaccordi
martedì 28 dicembre 2010 | di Patrizio Suppa
Un altro accordo è stato firmato dalla grande casa produttrice nazionale di auto (ma, nel mio immaginario, un accordo dovrebbe mettere d'accordo -appunto- tutti gli "attori"). Non sto a sottilizzare se sindacalmente sia un documento buono o no, ma guardiamo la sostanza: prossimamente si costruiranno quasi 300.000 auto, di grossa cilindrata o persino i gipponi. Ripenso all'altro stabilimento meridionale, dove si costruiranno altre decine di migliaia di auto. Niente di illegale, ma mi chiedo: chi le comprerà? è una domanda forse marginale, ma credo che per un'azienda sia più importante vendere prodotti piuttosto che produrne di più e poi lasciarli sui piazzali (e ogni mese i dati di vendita europei e nazionali ci raccontano, ma che strano, che ci sono drastici cali negli acquisti…). Legare i progetti di un futuro migliore per tutti alla produzione di autovetture e gipponi (con motore a scoppio!) mi pare restrittivo, almeno nel (quasi) 2011. Forse è necessario ripensare a qualcosa di nuovo, non contando, spostando o togliendo i minuti di pausa, ma andando alla sostanza e producendo qualcosa di utile e che abbia un futuro da qui a dieci anni. Inutile dire che i mercati sono in crescita altrove, molto lontano da qui. Come è già avvenuto, per fare un esempio, per i frigoriferi, dove la produzione si è spostata verso est perché è laggiù che ci sono i nuovi "mercati" e così si possono tagliare le spese di produzione e trasporto, anche per le auto, immagino, nel giro di 4-5 anni si sposteranno le produzioni a oriente, direttamente in casa dei potenziali consumatori.
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