Aria (o quel che ne resta) 12
martedì 29 dicembre 2015 | di Patrizio Suppa
Sembra che qualcuno abbia letto i dati delle centraline, e sui giornali si ripetono annunci e dichiarazioni, che òper non riescono nemmeno a muovere un po' d'aria. Chi governa le città ordina blocchi e limitazioni, come da normativa, spesso aggiungendo anche la celebre massima “i blocchi sono inutili, servono interventi strutturali”; chi è all'opposizione chiede misure draconiane e considera i governanti impreparati se non inetti: basta leggere una dichiarazione per capire da che parte stia il dichiarante. Nel mezzo ci siamo noi, popolo respirante che deve andare al lavoro, a scuola, a fare un'analisi o pagare una bolletta... Le misure strutturali servono, eccome, ma hanno bisogno di tempo: cosa facciamo fino a quel momento? Il cambiamento delle abitudini ha bisogno di incentivi più che di multe o buoni propositi: grazie ad una serie di incentivi (anche esagerati) le auto elettriche in Norvegia sono circa il 2% del totale, nonostante sia un paese produttore di gas e petrolio. Nonostante questo, l'enorme successo delle auto elettriche in Norvegia dà senz'altro soddisfazioni dal punto di vista delle emissioni inquinanti, ma sta creando altri problemi che stanno facendo correre ai ripari il governo. Come respirante incallito, continuo ad essere convinto che non sarà sufficiente sostituire auto e caldaie senza cambiare anche lo stile di vita. Nel frattempo mi auguro che i nostri governanti, di ogni livello, siano in grado di gestire questa emergenza: non siamo vittime di un bombardamento, ma di un avvelenamento lento, lento, lento... e se fa media anche una centralina che a Boboli misura le emissioni di scoiattoli e papere non mi sento proprio tranquillo.
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