Lesa Maestà
venerdì 15 dicembre 2017 | di Patrizio Suppa
Forse dovrebbe essere creato il reato di vilipendio di mito ciclistico: io non riesco a capacitarmi del fatto che un gippone sia stato chiamato con il nome del passo alpino che è sinonimo di ciclismo eroico, e non a caso battezzato “Cima Coppi”: lo Stelvio. Opera di grandissima ingegneria austroungarica, per tutti i ciclisti, o quasi, è una sfida epica da affrontare, a scelta tra il lato lombardo e quello altoatesino. Ci vuol coraggio (oppure, per quelli come me, un po' di incoscienza) per arrivare in cima a oltre 2700 metri dopo 48 tornanti (lato altoatesino) e una salita inesorabile. E' anche uscito un libro sull'esperienza della scalata dell'autore, solo contro la legge di gravità. In cima, oltre al monumento di Coppi c'è lo sportello bancario più alto d'Europa dove è possibile visitare un piccolo museo con la storia della costruzione della strada e alcuni cimeli della Grande Guerra. Tutto questo, scritto su un gippone, mi intristisce un po'.
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