Confini
giovedì 17 dicembre 2020 | di Patrizio Suppa
La famosa zona arancione costringe a restare nei confini del proprio Comune. Già, e chi lo sa dove finisce un Comune e ne comincia un altro? Non fatevi fregare dai cartelli col fondo bianco: quelli indicano l’area urbana, forse sono più affidabili quelli con il fondo marrone, ma non si trovano dove servono… Sicuramente il confine tra Firenze e Scandicci è efficacemente segnalato dalla scomparsa della ciclabile proprio all’arrivo sul confine del secondo, ma il punto è che, abituati come siamo a muoverci in libertà, per noi, a differenza di chi cerca di superarlo fisicamente per sopravvivere, è proprio difficile riscoprire il concetto di confine. Da settimane non è più possibile gironzolare intorno a Firenze: Fiesole, Scandicci, Sesto e San Casciano sono diventate mete esotiche come le Maldive o i Caraibi. Così, per gioco, ho quindi voluto inventare un giro in bici con queste regole: all’interno del territorio comunale fiorentino, passando da strade secondarie, senza ripassare dagli stessi punti e, per quanto possibile, fuori dall’abitato. Ho caricato la traccia sul mio Gps e l’ho seguita: è venuto fuori un giro di circa 65 km e più di mille metri di dislivello, abbastanza divertente e a tratti impegnativo, scoprendo anche qualche strada mai percorsa: dalle Cascine a Castello, Careggi, Camerata, Settignano, le colline del Piazzale, del Galluzzo e di Marignolle… un giro bello, vario e inaspettato, come quello fatto in senso inverso che però è leggermente più corto e con meno dislivello a causa del diverso orientamento dei sensi unici: circa 50 km e 900 m di dislivello. A volte la necessità ci costringe a ripensare la normalità e a inventare qualcosa di nuovo: ci vuole fantasia, spirito di adattamento e la capacità di sorprendersi.
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