Di sicuro l’oste deve dire che il vino è buono, ma il cliente può fidarsi di un giudizio che potrebbe essere interessato?
Qualche giorno fa ho letto l’
intervista al presidente di Toyota, preoccupato per il bando delle auto a benzina (e gasolio, immagino) ventilato dal governo giapponese per il 2035. Nonostante nulla sia stato ipotizzato contro le auto ibride, il presidente si è scagliato contro l’auto elettrica, con le solite affermazioni: per fare energia elettrica si bruciano gas, petrolio e carbone, le infrastrutture non sono in grado di sopportare il carico di una conversione totale delle auto dalla benzina all'elettricità, e così via.
Non sono un esperto, ma mancano 15 anni al 2035, e il tempo dovrebbe essere sufficiente a modificare il sistema di produzione energetico di un Paese. Sarà sicuramente costoso, ma il pianeta ci sta dicendo che non ci sono altre vie d’uscita.
Dal presidente di una casa automobilistica non potevamo certo aspettarci un’auto-critica (si nota il gioco di parole?) alla radice, che cioè è l’auto stessa, a benzina, elettricità o aranciata, ad essere il problema, per tutti i motivi che sappiamo: occupazione di spazio, consumo di suolo, congestione delle città, pericolosità per le persone.
Il problema non è cosa c’è dentro al serbatoio, ma quello che c’è intorno.