Un paio di anni fa scrissi un post che raccontava del
“dutch reach”, traducibile più o meno con “allungamento olandese”, che, appena entrato in vigore in Gran Bretagna il nuovo codice della strada, ne veniva promosso l’uso da parte degli automobilisti. In cosa consiste? In pratica si tratta di aprire la portiera dell’auto con la mano più distante dalla portiera stessa, in modo da effettuare una torsione del busto e guardare se qualcuno sta arrivando da dietro.
Questo qualcuno, di solito, potrebbe essere un ciclista, e nei giorni scorsi a Milano ne è morto uno proprio per l’apertura improvvisa della portiera di un’auto. Le responsabilità saranno valutate dai magistrati, ma quello che gli inglesi chiamano “dooring” è un’azione molto pericolosa per chi arriva in bici, soprattutto quando ci sono le piste ciclabili accanto alle auto regolarmente in sosta come per esempio in via Caravaggio, via Pascoli, via dei Platani o via Toselli, ma il rischio è grande anche sulle strade senza ciclabile, dove il ciclista colpito dalla portiera di un’auto in sosta (regolare o anche vietata) può cadere in mezzo alla strada ed essere investito da un altro veicolo, oppure scansare l’ostacolo e spostarsi con una manovra improvvisa verso il centro della strada e finire comunque investito da un altro veicolo.
Il più delle volte, la portiera viene aperta da persone assolutamente sobrie, quindi il “dooring” non merita l’attenzione di tecnici e politici: invece il problema c’è, e chi va in bici lo sa.
Ah, ultima nota: gli olandesi
non conoscono il “dutch reach”: lo fanno e basta.