Ancora un pessimo clima 22


Alla fine, poco e nulla: questo il risultato della Cop 29 di Baku, conferenza sui cambiamenti climatici fatta ancora una volta in un Paese che con il suo “dono di Dio” contribuisce al problema che la conferenza dovrebbe risolvere.
Ancora una volta, prima di cominciare erano tutti d’accordo sulla necessità di contrastare il cambiamento climatico e poi, quando si è trattato di mettere tutto nero su bianco, ecco venir fuori accordicchi e pressioni lobbistiche.
Come si sa, poche decine di Paesi si sono sviluppati e arricchiti grazie ai combustibili fossili, accumulando emissioni che adesso presentano il conto a tutti. I Paesi meno sviluppati e gli Stati insulari hanno chiesto di incrementare il fondo di sostegno per i cambiamenti climatici, visto che i primi non hanno risorse sufficienti per difendersi, e i secondi rischiano di scomparire nei prossimi anni, e a pagare dovrebbero essere le decine di Paesi che per oltre un secolo si sono arricchiti grazie al petrolio, ma le belle dichiarazioni di principio iniziano a vacillare quando c’è da mettere mano al portafoglio: i Paesi ricchi alla fine hanno offerto un fondo di 300 miliardi, più o meno un quarto di quanto si aspettassero i beneficiari. In più, nel documento finale nessun riferimento all’uscita dai combustibili fossili.
Risultato insufficiente nell’anno più caldo di sempre, e avanti così.
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