Solo un bicchiere?


A un mese e mezzo dall'entrata in vigore del nuovo Codice della strada/strage, nel quale, parola di ministro, sull'alcol non è cambiato niente, tornano sui giornali i lamenti dei produttori e venditori di vino e alcolici, che parlano di un calo di vendite tra il 20 e il 30%.
Con il mio sguardo tristemente astemio proverò a ribaltare la questione: sembra quasi che fino alla metà del dicembre scorso nessun ristoratore o rivenditore di alcolici si interessasse della lucidità dei propri avventori e della loro capacità di guidare. Bizzarre anche alcune dichiarazioni che ho letto: “non bisogna demonizzare il vino di qualità”, ma chi effettua i controlli con l'etilometro generalmente non è un sommelier e non si preoccupa se si è bevuto brunello o tavernello, ma quanto.
Altra bizzarria è il lamentarsi della carenza dei servizi di trasporto alternativi per chi beve: è utile il trasporto pubblico notturno, ma pagare tutti un servizio aggiuntivo per permettere a qualcuno di bere a piacimento mi pare un po' troppo.
Infine, due righe astemie prese dal sito del ministero della salute riguardo il prodotto di cui si parla: “L’alcol è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e con la capacità di indurre dipendenza. Al contrario di quanto si ritiene comunemente, l’alcol non è un nutriente e il suo consumo non è utile all’organismo o alle sue funzioni. Causa invece danni diretti alle cellule di molti organi, soprattutto fegato e sistema nervoso centrale, e in particolare alle cellule del cervello”.
Che altro c'è da aggiungere?
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