Sul più antico quotidiano cittadino, ieri c’erano addirittura due
pagine che parlavano di sicurezza stradale, a partire dalla storia di una ragazza romana che, qualche anno fa, per colpa di una buca ha sbandato con la sua moto ed è morta.
Evento drammatico e da evitare in tutti i modi, ma l’impressione che ho avuto è che l’allarme fosse fuori scala. Ogni morte sulla strada è di troppo, sempre. Ci sono però dati e statistiche che possono aiutare ad indirizzare le iniziative da intraprendere per arrivare alla Vison Zero (zero morti per strada), proprio quello che apparentemente sembra non sia stato fatto nella stesura del nuovo codice della strada… ma andiamo oltre.
Le buche sono un problema, e noi che andiamo in bici, come tutti i motociclisti, lo sappiamo bene, un esempio su tutti: provate a tenere la destra in via degli Alfani: per evitare di perdere l’equilibrio a causa della superficie laterale della strada cedevole, si è costretti a pedalare in mezzo alla strada, con tutto quello che ne consegue. Quando leggo le cause degli incidenti, vedo che le buche, evitate o urtate, causano lo 0,4% degli incidenti, così come l’ostacolo accidentale il 2,1%. Ripeto, sono troppi lo stesso, ma quando vedo le percentuali del trio distazione-precedenza-velocità, che sono rispettivamente 15,1, 12,9 e 8,4, mi chiedo se si stia facendo davvero tutto il possibile per ridurre le vittime della strada.
Non si può morire per colpa di una buca, ma nemmeno attraversando la strada mentre chi guida guarda il telefono, per cui va bene la manutenzione stradale (che è il minimo), ma è necessaria una vigilanza continua.
Ah, dimenticavo: sabato è morto Fiorello Sodi, l’inventore dell’autovelox. Voleva
essere ricordato per aver salvato tante vite sulla strada: dovunque tu sia, grazie.