domenica 30 marzo 2008
Nell'intervista Sergio Signanini, che siede nel Consiglio di Fiab-Firenzeinbici, espone in modo limpido a Giulia Caruso i due fronti della bicicletta: strumento per il tempo libero e turismo ecologico, ma anche e forse soprattutto mezzo di trasporto quotidiano, in alternativa all'auto, e decisivo contributo alla risoluzione dei drammatici problemi del traffico nelle nostre città.
La diffusione dell'uso della bicicletta, per quanto ecologica, dolce, pacifica, non è però indolore. Deve combattere per riprendersi una parte dello spazio urbano, strade e piazze, invasivamente occupate da valanghe di auto e motorini. Quote di spostamenti in bici fra il 10 e il 30% sono ormai usuali in tantissime città d'Europa, ma sono state raggiunte con coerenti politiche della mobilità. Soprattutto fitte reti di piste ciclabili che consentono alle bici di muoversi in sicurezza, separati dal traffico e dai pedoni. Una città come Firenze, che un certo impegno lo ha messo in atto, dispone di circa 40 km di piste ciclabili. Uno standard europeo ne vorrebbe intorno ai 600 km.
Gli Enti Locali non hanno ancora recepito pienamente le potenzialità della bici, e le sue ottime capacità di integrazione con altri mezzi della mobilità sostenibile (treno, tram etc).
Gli interventi sulla viabilità raramente prevedono la creazione di piste ciclabili (anche se obbligatorie per legge) o altre misure di facilitazione alle bici. E anche quando si avviano realizzazioni, forti resistenze e lobby varie frappongono grossi ostacoli, soprattutto per la perdita anche di pochi spazi sosta o la riduzione di corsie destinate al traffico. Un circolo vizioso, non facile da spezzare.
Basta consultare i siti delle associazioni Fiab toscane per constatare quanto ci sia ancora da fare.
Per es. ha fatto notizia la protesta promossa da FirenzeInBici e Legambiente per la "ZTL colabrodo" nel capoluogo toscano; oppure consultando il sito di Pisa Ciclabile troviamo preoccupanti notizie sulla ipotizzata legittimazione della sosta selvaggia sulle piste ciclabili, o di seri problemi di sicurezza. E si tratta di Amministrazioni che qualcosa hanno fatto per la ciclabilità, anche se non in modo coerente e sufficiente.
Insomma c'è ancora molta strada per avvicinarci all'Europa, e come spesso avviene, i cittadini sono più avanti della politica. Ma quest'ultima deve recuperare con impegno e tempi brevi.
(per leggere l'articolo dell'Informatore Coop cliccare qui o sulla foto accanto)