lunedì 15 settembre 2008
Disponibile in anteprima per il download il numero unico di "Toscana In Bicicletta", che sarà distribuito nel corso della bicistaffetta toscana Pedali sull'Arno. La bicistaffetta partirà da Firenze il 26 settembre.
toscanainbici.pdf (3,39 Mb)
Questo numero unico del Coordinamento delle associazioni FIAB della Toscana esce in occasione della tre giorni “Pedali sull’Arno”, iniziativa voluta per dare forza e nuovo slancio al progetto della Regione Toscana della“Ciclopista dell’Arno”. “Pedali sull’Arno” è un’iniziativa che si terrà il 26-27-28 settembre in tre pedalate da Firenze a Pisa e poi a Marina di Pisa durante le quali le associazioni FIAB della Toscana si propongono di incontrare amministratori regionali e locali a cui esporre le proprie idee, offrire la propria disponibilità in termini di verifica del tracciato proposto e delle rilevanze di eventuali criticità, e proporre una convenzione sulla futura gestione e mantenimento dell’infrastruttura.
Abbiamo deciso di promuovere “Pedali sull’Arno” perché ci è sembrato maturo il tempo di riprendere con convinzione il progetto regionale per la realizzazione della ciclabile lungo tutto il corso dell’Arno, dalle sue sorgenti alla foce. Un’idea di straordinario interesse e assoluta valenza per lo sviluppo del cicloturismo nella nostra regione, pratica che riteniamo da incentivare anche perché questa forma di mobilità non compromette il territorio e non necessita di pesanti infrastrutture, e perciò di alte spese.
L’importanza della Ciclopista sull’Arno consiste in tre dati oggettivi: a) la sua lunghezza, oltre 200 km, che fa di essa un itinerario di rilevanza europea, paragonabile ad altri presenti in Austria, Svizzera, Germania; b) la sua unicità in tutta l’Italia centro meridionale;c) l’attraversamento di un territorio di straordinario pregio storico-artistico-paesaggistico. Nel progetto della Regione, l’itinerario si sviluppa in larga parte in sede propria, lontano dal caos del traffico motorizzato, e spesso anche vicino alla ferrovia, caratteristica questa che permette, in presenza di un efficiente servizio treno+bici, l’intermodalità di due mezzi ecocompatibili il cui sviluppo è in linea con le proposte della Regione Toscana che parlano di sviluppo di una mobilità non inquinante e pubblica. Il servizio treno+bici è di per sé un valore aggiunto per il progetto Ciclopista sull’Arno in quanto offre servizi al cicloturista ma anche all’abitante del territorio che può più facilmente fruire della bicicletta e del treno per i suoi spostamenti quotidiani.
Inoltre, sia la Ciclopista dell’Arno che un migliore servizio intermodale sono realizzazioni capaci di avvicinare la nostra regione al cuore ciclabile dell’Europa, facendo della Toscana una meta di particolare interesse per chi oggi, in assenza di adeguate strutture, è spinto a pedalare nelle terre del centro-nord Europa perché dotate di quelle infrastrutture di cui l’Italia è particolarmente carente.“In bici si può”perché la bicicletta non è più la sorella povera di altri mezzi di locomozione, figlia di un mondo in cui la fatica significava povertà ed emarginazione. Oggi la bicicletta, oltre ad essere un mezzo per il tempo libero, è una reale alternativa alla mobilità motorizzata: in città per gli spostamenti quotidiani, tra città e città per fare cicloturismo. E poi la bicicletta non emette CO2, fa bene alla salute, è economica e crea legami di amicizia tra coloro che la usano. Per tutti questi motivi crediamo importante che la Regione Toscana decida di investire energie e risorse nella creazione di una rete di itinerari ciclabili che permettano una mobilità sicura. La nostra regione, proprio a partire dal progetto Ciclopista sull’Arno, ha l’opportunità di rinforzare la sua antica vocazione di essere “terra d’Europa” e di seguire quel virtuoso sviluppo del cicloturismo, per altro già intrapreso in Italia dalle regioni Trentino-Alto Adige e Veneto le quali hanno realizzato lungo il corso dell’Adige una ciclopista che dal Brennero arriva fino a Verona, collegando così le arterie ciclabili austriache ad una delle più belle città italiane.
“In bici si può” anche sotto il profilo economico, perché il cicloturismo, soprattutto per le cosiddette “località minori”, lontane dai flussi delle agenzie turistiche, veicola persone, crea nuove professionalità - lungo le ciclopiste austriache, tedesche o trentine sono nati centri di riparazione per biciclette, locali appositamente attrezzati, strutture ricettive “amiche della bicicletta” -, porta risorse, valorizza il territorio. E’ per tutti questi motivi che le associazioni FIAB della Toscana sostengono con convinzione tutte le politiche che investono in ciclabilità. E’una scommessa possibile e vincente che sposta i parametri dello sviluppo dalla quantità alla qualità all’interno di una visione meno dissipativa delle risorse, meno distruttiva del territorio e perciò veramente sostenibile.
Fabio Masotti