Le “grandi opere” non possono solo divorare spazio e soldi pubblici ma, per costituire una effettiva opportunità di rilancio del territorio, devono sin dalla fase di progetto e già durante la realizzazione riconoscere le esigenze della mobilità sostenibile.
Stazioni ferroviarie, uffici pubblici, tribunali, scuole, padiglioni fieristici... devono assicurare anche a chi sceglie la bici la completa accessibilità e fruibilità degli spazi, in piena continuità con la rete ed il territorio circostante.
Non possiamo accettare che si attenda ogni volta che venga acceso il semaforo verde per i finanziamenti alla ciclabilità, distrattamente considerati come investimenti “a perdere”, privi di priorità o del tutto subordinati ad altri.
Non possiamo continuamente subire il ritardo cronico che caratterizza gli interventi a favore della mobilità ciclistica, i cui progetti sono pure in molti casi realizzati in modo palesemente inadeguato.
Dobbiamo pensare che la bici è un mezzo di trasporto con pari dignità rispetto ad altri, ma molto più virtuoso di altri: per questo il tema della viabilità non può limitarsi a considerare le esigenze del traffico privato motorizzato.
Ed è necessario assicurare a chi sceglie la bici per la propria mobilità quotidiana ogni attenzione e possibile supporto, nel segno delle migliori pratiche conosciute da decenni a livello europeo, ma ancora faticosamente affermate nel contesto italiano.
La rivoluzione si fa giorno per giorno, non con progetti faraonici e costosi, perennemente orientati al futuro. Per la Fiera di Rho il futuro dovrebbe essere già oggi.
Per questi motivi abbiamo inviato oggi, insieme a Legambiente e ad altre associazioni, la lettera qui allegata.
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY)