lunedì 6 aprile 2009
(di Valerio)
"Il Giornale" della Toscana del 2 aprile si è sbizzarrito in una serie di affermazioni beffarde sulle piste ciclabili che non fanno sperare nulla di buono.
L'occasione è data da due brevi enunciati dei "100 punti" di Renzi, candidato PD, dedicati a questo tema e definiti "irrealizzabili" - vedi i ritagli accanto e in basso.
Sicuramente c'è abbondanza di argomenti critici sulle realizzazioni per la ciclabilità da parte della giunta di centro-sinistra a Firenze : troppo poco, e in vari casi anche malfatto (per es. alcuni marciapiedi dipinti di rosso che mettono in conflitto pedoni e ciclisti). E anche sulla vaghezza programmatica di Renzi non mancano scetticismi e timori: per es. la preoccupazione per certe sue affermazioni che suggeriscono l'incentivazione a traffico e sosta selvaggia auto e dunque un ulteriore peggioramento della mobilità sostenibile a Firenze.
Il Giornale, notoriamente voce del centro-destra, però sembra andare nella direzione esattamente opposta: che le piste ciclabili siano dei giocattoli inutili o addirittura dannosi, per es. quando tolgono spazio al devastante traffico auto e alla relativa sosta (vedi qui). Vorremo sbagliarci, ma l'impressione che se ne ricava è questa.
Forse il centro-destra fiorentino dovrebbe dare un'occhiatina oltre le Alpi, dove governi locali di colore simile al loro fanno politiche della mobilità che qui verrebbero considerate radical-ecologiste o bolsceviche. Per es. la famosa città tedesca di Münster è governata da conservatori ed ha una quota di mobilità in bici (il 42%) superiore a quella in auto (38%) - risultati raggiunti tramite incentivazione/disincentivazione, massicci interventi infrastrutturali e premiativi/punitivi delle varie modalità di trasporto. Esistono anche casi in Italia di giunte di centro-destra che conducono valide politiche a favore della mobilità sostenibile. E se prendessero quelle ad esempio?
In vista delle prossime elezioni Firenzeinbici proporrà una nuova edizione del "patto per la bici" del 2004 (vedi qui), in modo trasversale a tutte le forze politiche e ai singoli candidati, ma più stringente e impegnativo dell'ultimo. E a monte di esso anche una sorta di "consulenza programmatica" sui temi della ciclo-mobilità . In pratica uno o più incontri sul tema, finalizzati ai programmi.
Chi fra i politici vorrà sfruttare questa opportunità lo faccia. Potrebbe tornargliene vantaggio in termini di serietà, di competenza, di fiducia da parte di ampie fasce di elettorato. O semplicemente eviterà brutte figure sparando bufale programmatiche.
(clicca sul'articolo qui sotto per ingrandirlo e leggerlo)