martedì 17 gennaio 2012
Sulla tragica vicenda dell'omicidio del Vigile a Milano non ci era venuto in mente di focalizzarci sul fatto che l'agente era in bicicletta, pur essendo quest'ultima il nostro tema centrale.
Dal diabolico Facebook scopriamo che in compenso ci ha pensato qualcun altro: un rappresentante di una delle miriadi di sindacati, congregazioni e associazioni delle forze dell'ordine. Ecco come egli si erge in un ruolo che dovrebbe essere nostro e che paradossalmente gli invidiamo:
«Non è accettabile che un agente di polizia municipale vada in pattugliamento in bicicletta. Se avesse avuto un’auto, per bloccare il Suv, oggi sarebbe ancora vivo. Paghiamo un altro tributo alla questione dell’ecologia, la bicicletta non può essere uno strumento di lavoro per chi ha compiti di polizia giudiziaria, chi può fermare o arrestare una persona».
Sempre su Facebook un comune mortale, evidentemente irrispettoso, coglie la palla al balzo e "posta" esemplificando la situazione:
Una gazzella dei Carabinieri vi fa segno di fermare, forse vogliono
farvi il test alcolico ... cosa fanno i tizi in divisa? Scendono e
vengono verso la vostra auto no? A piedi, giusto? Guardate con quali xxxxx spara questo xxxxxxx "tutore della legge" con pretese di
rappresentanza:
http://qn.quotidiano.net/primo_piano/2012/01/14/652411-pattugliare_bici.shtml
Secondo
lui se il Vigile di Milano non fosse stato in servizio in bici non gli
sarebbe successo nulla. E' proprio vero che anche le tragedie danno
occasione di parlare a vanvera. E di xxxxxxx, in poche righe, ce ne
sono a bizzeffe.
Ma nell'illuminarci ecco che il personaggio in divisa supera se stesso:
«(...) un agente di polizia locale in bicicletta non offre alcuna immagine di efficienza operativa».
Evidentemente le polizie di tutta Europa, che in bici pattugliano e vanno addirittura in servizio di ordine pubblico o in emergenza, danno una pessima immagine di se stesse, e rischiano la collottola immolandosi davanti al futile altare dell'ecologia invece che per la sicurezza del cittadino.
Almeno su quest'ultimo punto il buon signor in divisa ha per assurdo ragione: gli agenti in bicicletta non ci vanno per motivi ecologici, o solo secondariamente, ma perchè in tal modo hanno un controllo più capillare ed efficace del territorio nel contrastare e prevenire la criminalità. Lo si legge nei manuali delle scuole di polizia di mezzo mondo e in testi divulgativi del settore.
L' immagine positiva degli agenti in bici, oltre che di rispetto per l'ambiente, ha a che fare con la vicinanza al cittadino e la capacità di dialogo, ben diversa che in una volante che sgomma e far stridere i freni. E non pare sia più percioloso che in auto.