mercoledì 28 aprile 2004
Questi sono quei casi in cui non sappiamo se si tratta di una buona o di una cattiva notizia: il consigliere di Forza Italia Massimo Pieri inoltra alla giunta un interrogazione per sapere quanto si sta facendo per le piste ciclabili e se i (pochi) interventi realizzati rispettano i parametri di qualità.
A prima vista sembrerebbe una buona notizia, l'interesse per la ciclabilità da parte di un esponente dell'opposizione. Ma due cose fanno riflettere: in primo luogo, l'interrogazione di Pieri non invita l'amministrazione a fare di più, come invece fanno altri consiglieri di maggioranza (come Alessio Papini); in secondo luogo Pieri si è sempre distinto per una particolare attenzione alle istanze del cosiddetto "partito dei motorini", poco compatibili con quelle dei ciclisti (riapertura aree pedonali e via dicendo).
Insomma, è forte il sospetto che l'interrogazione sia una manovra politica per attaccare la giunta di sinistra su un campo in cui ha fatto poco, male, e, soprattutto, molto meno di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi.
Nel dubbio, riportiamo per intero il comunicato stampa di Pieri.
«L'amministrazione ha pianificato una rete degli itinerari ciclabili da realizzare nel territorio comunale? Quali stanziamenti sono previsti?» Sono alcuni dei quesiti avanzati dal consigliere di Forza Italia Massimo Pieri in una interrogazione.
«Con un decreto del 1999 - scrive Pieri - il Ministero dei Lavori Pubblici, di concerto con il Ministero dei Trasporti, ha adottato un regolamento che individua le linee guida per la progettazione degli itinerari ciclabili. Questi ultimi si distinguono in diverse tipologie che offrono diverse garanzie in termini di sicurezza: piste ciclabili "in sede propria" o "su corsia riservata" e "percorsi promiscui pedonali" - ciclabili e veicolari - ciclabili. Le linee guida sono finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza e sostenibilità ambientale della mobilità e alla promozione di un elevato grado di mobilità ciclistica e pedonale alternativa all'uso dei veicoli a motore nelle aree urbane e nei collegamenti con il territorio contermine».
«Nei criteri di progettazione - prosegue l'interrogazione - si punta sulla attrattività, continuità e riconoscibilità dell'itinerario ciclabile e si intende valutare la reddività dell'investimento sull'utenza reale, sul rischio di incidentalità e sulla riduzione dei livelli di inquinamento acustico ed atmosferico. I percorsi ciclabili su carreggiata stradale in promiscuo con i veicoli a motore rappresentano gli itinerari a maggiore rischio e sono ammessi per dare continuità alla rete di itinerari prevista dal piano della rete ciclabile. Nei percorsi promiscui è necessario intervenire con idonei provvedimenti quali rallentatori di velocità, attraversamenti pedonali rialzati, continui interventi di manutenzione del fondo stradale mirati a ridurne la pericolosità: la promiscuità comporta il rispetto rigoroso delle norme previste dal codice della strada per evitare incidenti anche gravi»
Il consigliere di Forza Italia vuole anche conoscere «se nei percorsi ciclabili esistenti o di prevista realizzazione sono state valutate le caratteristiche plano-altimetriche del tracciato per consentire una piena e sicura fruizione da parte dell'utenza»; «qual è la segnaletica stradale presente nei tracciati ciclabili esistenti e con quale periodicità viene effettuata la manutenzione del manto stradale»;
«quali sono gli impegni di spesa previsti per garantire la manutenzione dei tracciati ciclabili ed in quale percentuale incidono sugli impegni previsti per gli interventi di manutenzione stradale di tutto il territorio comunale»; «se l'amministrazione Comunale dispone di dati relativi all'incidentalità registrata nel territorio comunale a danno dei ciclisti e/o nella quale questi ultimi siano coinvolti»;
«se ritiene opportuno promuovere la stipula di contratti assicurativi a tutela dei fruitori dei velocipedi».