venerdì 6 aprile 2012

In tutta Europa vengono applicati da anni con successo i "sensi unici eccetto bici": per es. in zone 30 con apposita segnaletica (esistente anche nel codice italiano) viene consentito ai ciclisti il transito bidirezionale in strade a senso unico. In pratica si applica il principio che "pedoni e ciclisti, come l'acqua, prendono le vie più brevi". Lo scopo è facilitare ed incentivare la mobilità in bicicletta come valida alternativa al traffico motorizzato, ma anche rendere più sicure e vivibili ampie zone urbane.

In piena campagna sulla sicurezza per i ciclisti sembra paradossale, e già sentiamo soloni che grideranno al pericolo (ad es. l'Assessore alla Mobilità Massimo Mattei, o il presidente dell'ACI), alle stragi di innocenti che ci aspettano, e quindi secondo loro meglio non farne di nulla. Va messo ben in chiaro: nonostante le apparenze i "sensi unici eccetto bici", ovunque applicati, riducono l'incidentalità per tutti. Lo dimostrano numerose rilevazioni e studi internazionali ed italiani. Insomma come dire "il sole gira intorno alla terra", in apparenza, ma è il contrario.

Questa sensata e semplice soluzione si è confermata anche in Italia quando è stata applicata da numerosi Comuni virtuosi e coraggiosi, ma trovava finora ostacoli in interpretazioni restrittive della normativa.

Di recente il Ministero ha dato via libera, sia pur con una segnaletica un po' diversa da quella europea, accogliendo la tesi della FIAB: il doppio senso “limitato” consiste in una strada a doppio senso di marcia con una direzione consentita a tutti e quella opposta solo alle biciclette. Per fortuna il buon senso, oltre che gli esempi europei ed italiani, comincia a prevalere: il doppio senso “limitato” alle biciclette, ovvero i “sensi unici eccetto bici” in salsa ministeriale, ma quello che conta è il risultato raggiunto.

I contesti indicati sono le zone con limite 30 km/h o ZTL, una larghezza di almeno 4,25 m e il divieto di transito al traffico pesante, senza tracciare alcuna corsia dedicata: condizioni molto adatte per es. ai centri storici. Il prossimo passo sarà sgombrare il campo da formulazioni restrittive delle norme ed applicare pienamente segnaletica e prassi europea.

E si tratta di un netto progresso verso la nuova cultura della mobilità sostenibile, che passa attraverso le azioni più semplici e meno costose, ma non per questo meno rivoluzionarie.

Per tutti gli approfondimenti tecnici c'è l'area tecnica FIAB, consultabile con un click.







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