In tutta Europa vengono applicati da anni con successo i "sensi unici
eccetto bici": per es. in zone 30 con apposita segnaletica (esistente
anche nel codice italiano) viene consentito ai ciclisti il transito
bidirezionale in strade a senso unico. In pratica si applica il
principio che "pedoni e ciclisti, come l'acqua, prendono le vie più brevi".
Lo scopo è facilitare ed incentivare la mobilità in bicicletta come
valida alternativa al traffico motorizzato, ma anche rendere più sicure e
vivibili ampie zone urbane.
In piena campagna sulla sicurezza per i ciclisti sembra
paradossale, e già sentiamo soloni che grideranno al pericolo (ad es. l'Assessore alla Mobilità Massimo Mattei, o il presidente dell'ACI), alle
stragi di innocenti che ci aspettano, e quindi secondo loro meglio non farne di
nulla. Va messo ben in chiaro: nonostante le apparenze i "sensi unici eccetto bici", ovunque applicati, riducono l'incidentalità
per tutti. Lo dimostrano numerose rilevazioni e studi internazionali ed
italiani. Insomma come dire "il sole gira intorno alla terra", in
apparenza, ma è il contrario.
Questa sensata e semplice soluzione si è confermata anche in Italia
quando è stata applicata da numerosi Comuni virtuosi e coraggiosi, ma
trovava finora ostacoli in interpretazioni restrittive della normativa.
Di recente il Ministero ha dato via libera, sia pur con una
segnaletica un po' diversa da quella europea, accogliendo la tesi della FIAB: il doppio senso “limitato” consiste in una strada a doppio senso
di marcia con una direzione consentita a tutti e quella opposta solo
alle biciclette. Per fortuna il buon senso, oltre che gli esempi europei
ed italiani, comincia a prevalere: il doppio senso “limitato” alle biciclette, ovvero i “sensi unici
eccetto bici” in salsa ministeriale, ma quello che conta è il risultato
raggiunto.
I contesti indicati sono le zone con limite 30 km/h o ZTL, una
larghezza di almeno 4,25 m e il divieto di transito al traffico pesante,
senza tracciare alcuna corsia dedicata: condizioni molto adatte per es.
ai centri storici. Il prossimo passo sarà sgombrare il campo da
formulazioni restrittive delle norme ed applicare pienamente segnaletica
e prassi europea.
E si tratta di un netto progresso verso la nuova
cultura della mobilità sostenibile, che passa attraverso le azioni più
semplici e meno costose, ma non per questo meno rivoluzionarie.
Per tutti gli approfondimenti tecnici c'è l'area tecnica FIAB, consultabile con un click.
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