lunedì 25 ottobre 2004
Sabato 23 ottobre si è tenuto l'annuale convegno dell'associazione Città Ciclabile, un'occasione molto "istituzionale" per sapere cosa si sta facendo sulla mobilità ciclabile.
Apre le danze il presidente di ACC, Renato Pompei, che espone i molti progetti presentati al Comune e la collaborazione con l'Ufficio Mobilità Elementare, fra cui la nuova cartina delle piste ciclabili: il piano della mobilità elementare - afferma - deve coinvolgere anche i comuni circostanti. Nello sviluppo della rete, la priorità deve essere data al collegamento Bellariva-Cascine (nota polemica: ma non lo avevano già inaugurato più di un anno fa?). Serve un piano sosta per le bici, riguardante anche i cortili condominiali, inoltre Città ciclabile rilancia la proposta del nostro forum di cambiare modello di rastrelliera, sostituendo quelle esistenti con quelle in cui sia possibile legare il telaio della bici direttamente alla rastrelliera. La legge prevede di destinare il 10% degli introiti da multe alla "utenza debole", ma questo non avviene. Inoltre le sanzioni ai ciclisti dovrebbero essere ridotte ad 1/10, considerando l'ingombro di una bici rispetto ad un'auto.
Parla poi il vicesindaco Giuseppe Matulli (assessore alla mobilità). che, essendo molto impegnato sulla progettazione tramvie, ha passato la competenza sulla mobilità ciclabile a Del Lungo, «per evitare il rischio che [la mobilità ciclabile] passi in secondo piano». Matulli sottolinea la necessità di affrontare lo sviluppo della mobilità ciclabile a livello di "città metropolitana" con gli 8-10 comuni dell' area fiorentina. Sottolineata anche l'importanza del piano sosta per le bici, con il fine di ridurre il parcheggio bici selvaggio con conseguente degrado urbanistico e sanzioni.
Sergio Pelligra, del gruppo tecnico di Città Ciclabile, sottolinea come alla progettazione (molta) raramente seguano le realizzazioni; ciò avviene per per mancanza di fondi. Pelligra lancia dunque iniziative a "costo zero" e propone di utilizzare volontari a livello di quartiere. Lancia anche l'idea è di montare portabici esterni su alcune linee di autobus che collegano la periferia (come già avviene all'estero, dove i portabici sono montati davanti al muso del Bus, cosicchè l'autista possa controllare il carico delle biciclette). Inoltre propone di classificare le piste in locali, veloci e turistiche.
Savino Chiarello (gruppo tecnico dell'ACC): l'ACC ha distribuito un questionario sulla mobilità ai dipendenti di quattro grandi aziende in Firenze; dai 1250 questionari rientrati emerge: 1) il 70% dei dipendenti abita a meno di 10 km dal luogo di lavoro, quindi la bici potrebbe essere usata da molti lavoratori; 2) l'inconveniente della bici più diffusamente avvertito è il rischio d'essere arrotati.
Marco Gori (Ufficio Mobilità Elementare): 1) l'usabilità della bici è già stata analizzata in tanti studi dell'UE, quindi non servono ulteriori analisi, ma l'applicazione delle conclusioni già raggiunte; 2) la mobilità in bici (ed a piedi) è limitata dalla fretta, dall'oscurità, dal trasporto d'oggetti ingombranti, dal rischio di furto o di incidente, dall'esigenza di percorrere distanze maggiori di 5 km; 3) le norme danno la precedenza a bici e pedoni agli attraversamenti; 4) ogni anno a Firenze avvengono circa 200 incidenti con bici coinvolte, localizzati prevalentemente in ZTL (è in corso uno studio circa i luoghi più pericolosi); 5) l'Ufficio soffre di diffocltò nel comunicare con gli interessati , serve quindi un maggior coinvolgimento ed impegno. Nessun cenno all'attività dell ufficio nel suo primo anno di lavoro, anche se possiamo immaginare che la scarsezza di finanziamenti disponibili abbia consigliato di glissare su questo punto.
Antonio Dalla Venezia (Ufficio Bicicletta del Comune di Venezia, che, ovviamente, si occupa di Mestre): 1) il cittadino diventa virtuoso a condizione che l'amministrazione presenti chiarezza negli obiettivi e nelle modalità per raggiungerli; 2) l'Ufficio bici di Venezia è composto da tre persone e realizza un piano stabilito dai politici, che prevede la separazione della sede di tutte le piste dalle sedi stradali (per evitare i parcheggi su pista), l'attenzione della polizia municipale alle auto che ostruiscono le piste e piste con striscia di separazione fra i due sensi di marcia (maggiore sicurezza); 3) per superare un incrocio pericoloso è stato costruito un ponte pedo-ciclabile con fondi UE; 4) l'Ufficio ha un sistema di gestione delle segnalazioni dei cittadini.
L'architetto Carla Guerrini, uno dei principali dirigenti della mobilità fiorentina, rileva come ci sia stato un forte aumento della mobilità elementare rispetto alla rilevazione di anni fa. Adesso gli spsotamenti in bici vengono stimati all' 8% della mobilità, contro il 5% di 6 anni fa. Tale mobilità pare che debba "solo essere assecondata" o non ostacolata per crescere, in realtà tutti gli sviluppi di mobilità (soprattutto motirizzata) sono avvenuti a colpi di massicci investimenti dai tempi del boom economico. La bici risulta l'unico mezzo che porta con se una intrinseca intermodalità (con treno, tramvie e potenzialmente bus). Il traporto bici su bus viene suggerito soprattutto sulla direttrice per il Polo Scintifico di Sesto.
Parla poi Claudio Del Lungo (assessore all'ambiente, adesso con delega alla mobilità ciclabile), che sottolinea il ruolo dei nodi di scambio (non solo parcheggi) per espellere traffico dalla città. La mobilità ciclabile deve avere "pari dignità", ed in nome di questa dignità sarà inevitabile strappare spazio agli altri veicoli. Si stimano circa 8.000 ciclisti in media al giorno a Firenze, in linea con quanto dice Guerrini sull'incremento motu proprio, senza interventi e incentivi. È prevista la stipula di un piano quinquennale dei percorsi riservati alle biciclette; il piano includerà due piste ortogonali, una in direzione Nord/Sud, l'altra in direzione Est/Ovest che attraverseranno il centro di Firenze, strade da liberare totalmente dal traffico motorizzato e destinare e pedoni e ciclisti. L'assessore all'ambiente sta poi predisponendo un accordo con la Confcommercio, la Confesercenti e i riparatori di biciclette per individuare alcuni centri di assistenza da poter mettere sulla carta delle piste ciclabili. Ciò presuppone un' intesa con le varie ditte sui prezzi, in modo che poi l'elenco degli artigiani venga inserito sulla carta.