venerdì 9 marzo 2007
Il viale Lincoln, alle cascine, è definitivamente interrotto per i lavori della tramvia: pedoni e ciclisti possono "accomodarsi" su un viottolo in terra battuta che, quando piove, diventa un autentico pantano. Qualcuno, con amaro senso dell'umorismo, ha attaccato grandi cartelli "Pedoni e ciclisti, siamo nella melma", con l'invito a protestare presso il call center del comune.
Intanto, il "nostro" Patrizio Suppa ha scritto alle autorità proponendo alcune semplici soluzioni.
Egregi signori,
nel caso vi fosse sfuggito, nei giorni scorsi vi ho inviato un messaggio email invitandovi a sistemare decentemente il cosiddetto “percorso alternativo” istituito a causa dell’interruzione del viale Lincoln. Il suddetto “percorso alternativo” altro non è che un viottolo sconnesso e, in caso di pioggia, fangoso. Se cala la sera, non è nemmeno illuminato.
Capisco che si tratti di qualcosa di provvisorio, ma qui si esagera. Non mi interessa un tappeto, ma una sistemazione decente sì, tenuto conto che se il viale Lincoln resterà bloccato a lungo (forse per sempre?), da lì saranno costretti a passare anche i pedoni, di tutte le età e condizioni di salute.
Se foste passati da lì lunedì scorso, dopo una giornata di pioggia, vi sareste resi subito conto di cosa intendo. Ma siete sempre in tempo per passare a vedere: le buche restano anche con l’asciutto.
Credo si possa sistemare tutto con poca spesa:
asfaltare o comunque ricoprire il tratto sterrato per ovviare ai problemi di fango e buche; installare una serie di lampioni che rendano più sicuro il transito nelle ore serali, magari togliendo quelli che sono posti sulle pannellature che delimitano il cantiere del ponte tramviario, e che a questo punto non servono più; allargare gli ingressi; spostare uno dei jersey di cemento di piazza Vittorio Veneto che impediscono di arrivare dal viale degli Olmi direttamente sul soprapasso pedociclabile, visto che attualmente è necessario girarci intorno arrivando all’altezza del Ponte alla Vittoria e tornando indietro.
Come si vede, poca cosa di fronte alle spese dei cantieri tramviari. Sarebbe bastato chiedere informazioni a noi ciclisti prima: voi avreste fatto una gran bella figura, e i ciclisti sarebbero stati ben felici di collaborare, oltre a veder limitati i disagi.
Adesso invece sono qui a chiedere, di nuovo, un vostro intervento.
Se non arriverà, mi resterà il sapore amarognolo delle belle dichiarazioni senza un collegamento con la realtà.
Io voglio ancora credere che l’amministrazione ascolta le necessità dei cittadini e provvede.
Ora tocca a voi scegliere da che parte stare.