lunedì 7 agosto 2023
Va dato atto alle nostre amministrazioni di avere tempi leggermente più rapidi di quelli della Chiesa Romana quando si tratta di tornare sui propri passi; se per riabilitare Galileo ci sono voluti, di là, diversi secoli, al Comune di Firenze sono infatti bastati “solo” venti anni per cambiare idea sulla possibilità di inserire una pista ciclabile su Via delle Due Case che assicurasse il collegamento con Sesto (e il suo Polo Scientifico) dalla zona di Firenze Nova e la stazione di Rifredi. Questo percorso, che è il naturale collegamento fra le due zone, è stato infatti a lungo presentato come impossibile e pericoloso dai vari tecnici che si sono succeduti in questi due decenni nelle discussioni con i ciclisti che avevano necessità di un modo veloce e sicuro per muoversi in quelle zone della Piana. Prima nel confronto con ricercatori, studenti e lavoratori appena installatisi al Polo Scientifico, poi con le varie Associazioni (Città Ciclabile, FirenzeinBici e da ultimo Firenze Ciclabile), che negli anni hanno anche promosso diverse petizioni restate senza ascolto da parte dell’Amministrazione. Tutto questo è durato fino a quando non è stata progettata la super-ciclabile Firenze-Prato, che non potendo per adesso sfruttare il percorso diretto perché potenzialmente in conflitto con il progetto del nuovo aeroporto, è stata giocoforza “spostata” proprio dove i ciclisti fiorentini e sestesi avevano sempre chiesto che venisse messa, ovvero via delle Due Case.
Qui le foto che mostrano lo stato dei lavori (piuttosto semplici, come prevedibile):
I lavori non sono ancora terminati e il percorso non è ancora ufficiale, probabilmente in attesa di aprire tutto il lotto della Firenze-Prato. Manca ancora il cordolo da 50 cm intervallato dagli occhi di gatto per rendere la pista più visibile al buio, molto importante viste le caratteristiche della zona. Ci riserviamo quindi, quando i lavori saranno finiti di fare un approfondimento sul tema dei collegamenti Firenze-Sesto, e in particolare Firenze- Polo Scientifico.
Intanto però, dopo tanto tempo, qualcosa si è mosso, e aspettiamo con ansia di poter finalmente utilizzare questo percorso.
Tutto è bene, insomma, quel che finisce bene; anche se a volte preferiremmo storie più brevi.