Dopo la partecipata mobilitazione del 4 gennaio le associazioni dell’Alleanza hanno incontrato gli assessori alla mobilità e all’urbanistica per affrontare alcuni dei nodi emersi già negli anni scorsi nel progetto del tram per Bagno a Ripoli e tuttora rimasti insoluti.
Sul tema del recupero di suolo permeabile e del verde urbano le associazioni hanno ricevuto piena disponibilità da parte degli assessori a prendere in seria considerazione varianti: l’impegno prospettato sarà quello di individuare tutte le parti di tracciato in cui poter inverdire sia la sede tramviaria (come già previsto in piazza Piave) sia altre aree (spartitraffico, slarghi, piazzette) in cui sarà possibile recuperare superficie permeabile e verde, piazza Beccaria compresa.
Crediamo che si tratti di una promessa importante, in linea con il principio di adattamento ai cambiamenti climatici e coerente con il piano del verde comunale attualmente in sviluppo, e sarà nostra cura sia monitorarne gli sviluppi sia proporne di ulteriori.
Una conferma deludente, e pesante come la pietra, invece le associazioni l’hanno ricevuta per quanto riguarda la pavimentazione della pista dei viali. L 'assessorato non ritiene di poter rivedere una scelta che si è già tradotta nell’acquisto delle pietre per tutto il tracciato. Similmente, le modifiche infrastrutturali necessarie a introdurre i cordoli a delimitazione della pista ciclabile non sono ritenute compatibili con gli impegni di completamento al 2026, legati al PNRR.
Resta dunque seria la preoccupazione per gli ostacoli che si potranno contrapporre alla piena agibilità della pista ciclabile in assenza di impedimenti fisici alla quotidiana e continua invasione dei controviali da parte di veicoli di ogni tipo fermi o in sosta fuori dagli stalli, che dovrebbero essere a uso esclusivo dei residenti. Poco rassicurano a tal proposito, le garanzie che l’assessore alla mobilità ha inteso offrire alle associazioni, sull’intenzione di prevenire il problema procedendo a controlli continui e puntuali che potranno essere svolti anche grazie a tecnologie basate sull’intelligenza artificiale.
Le associazioni, come chiunque abbia consuetudine con la mobilità ciclabile a Firenze, continuano a ritenere che l’unica efficace prevenzione possa venire da percorsi in sede propria correttamente evidenziati e delimitati. L’unica speranza in questo senso è che in questa direzione si potrà magari avanzare, quando le pietre dovranno essere rimosse per la rapida usura che le caratterizza, rendendole impercorribili non solo per chi si muove in bici ma anche e soprattutto per passeggini, disabili e pedoni in generale.
Non fare tesoro degli errori, del resto, sarebbe davvero imperdonabile. Perciò per tutti i prossimi progetti di sviluppo urbano, privati o pubblici che siano, le associazione dell’Alleanza per la Giustizia Ecologica, Climatica e Sociale chiedono di essere coinvolte ben prima che divengano definitivi. La transizione ecologica ci impone di rigettare interventi che impermeabilizzano la città o peggiorino la qualità delle infrastrutture per pedoni e ciclisti.
È proprio per intervenire per tempo sulle criticità che nell'incontro abbiamo espresso una forte preoccupazione verso la creazione di nuovi assi viari a scorrimento veloce che accompagnano i progetti tramviari: anziché disincentivare il ricorso all'auto privata lo stimolerebbero, andando in direzione opposta agli interventi positivi sulla mobilità sostenibile ai quali si affiancano.